In seguito, si è allontanato dal calcio, diventando un imprenditore di successo nel settore delle imprese di servizi. Ma il suo cuore è sempre rimasto bianco e nero.
Articolo "Corriere della Sera" del 31/07/2024
Bruno Garzena era «il falco di Venaria»Addio a una bandiera della Juventus. Lo chiamavano «Il falco di Venaria», per il paese dove era nato e per la sua bravura nel gioco di testa. Bruno Garzena, bandiera della Juventus tra gli anni Cinquanta e Sessanta, è mancato all'età di 91 anni. Raccontava così l'origine del soprannome: «Ero molto veloce e bravo nello stacco aereo, saltavo quasi un metro e ottanta. L'allenatore Brocic, vedendomi saltare, disse che dove arriva il falco non arriva nessuno». Bruno era il volto di un calcio di altri tempi, e l'amore per la Juventus lo ha accompagnato per tutta la vita. Da ragazzino viveva dalle parti di corso Vercelli con la famiglia, ma per lui non era un problema arrivare al campo Combi in bicicletta o a piedi per allenarsi. Entrò infatti nel vivaio bianconero che aveva quattordici anni: fu quello l'inizio di un legame indissolubile con la Vecchia Signora, durato fino al 1962 (con in mezzo due esperienze all'Alessandria e alla Pro Vercelli). Difensore arcigno e tosto, Bruno affrontò quasi tutti i più forti campioni dell'epoca, da Pelè a Garrincha passando per Di Stefano e Schiaffino. E nella sua Juve, peraltro, giocarono elementi del calibro di Sivori, Charles e Boniperti. Insomma, Garzena ha conosciuto i livelli più alti del calcio della sua epoca ritagliandosi uno spazio non indifferente. Ha chiuso l'esperienza alla Juventus con 185 presenze, senza segnare nemmeno una rete. «Ma in quegli anni i difensori non si lanciavano in attacco come accade -oggi spiegava lui-. E il mio compito era quello di non far segnare gli altri...». Ci riusciva bene, tanto da arrivare pure a giocare in Nazionale. L'esordio fu il 23 marzo 1958, a Vienna, in una gara di Coppa Internazionale contro l'Austria; quella rimase però l'unica sua presenza in maglia azzurra. Bruno lasciò la Juventus nel 1962 per chiudere la carriera con le maglie di Modena, Napoli e Ivrea. In seguito, si è allontanato dal calcio, diventando un imprenditore di successo nel settore delle imprese di servizi. Ma il suo cuore è sempre rimasto bianco e nero.