Per lui, il soccorritore non doveva guardare al paziente, ma alla persona, e ciò che si effettuava era non un intervento, ma un servizio. Questa è l'eredità che Beppe, il «nonu» della Croce Verde, lascia dietro di sé.
Articolo "Corriere della Sera" del 08/08/2024
Beppe, il «nonu» della Croce VerdeEra il decano dei soccorritori torinesi. Giuseppe Arduino era il «nonu» della Croce Verde di Torino, perché rivestiva perfettamente il ruolo dell'anziano saggio che insegnava ai nuovi colleghi l'approccio giusto con il quale interpretare e vivere il ruolo del soccorritore. A 91 anni è mancato un uomo che ha dedicato quasi metà della sua vita agli altri, e il suo ricordo continuerà a vivere nell'operato di chi oggi porta avanti ciò che ha insegnato. Beppe ha preso servizio in Croce Verde nel 1977, ricevendo l'abilitazione a soccorritore nel 1978. Da lì è nato un percorso che lo ha visto diventare un ruolo di spicco di questo ente. Ha ricevuto molteplici incarichi come responsabile di squadre di soccorso, e in parallelo si è sempre occupato di formazione. Ha operato fino al 2015, poi ha leggermente ridotto l'impegno, interrompendolo definitivamente in coincidenza con la pandemia di Covid-19. Beppe aveva una competenza molto profonda in termini di primo soccorso. In particolare, i compagni ricordano con un sorriso la fantastica abilità nei bendaggi, soprattutto quelli alla testa. Oggi esistono tecniche e strumenti che rendono questo fondamentale molto più semplice da apprendere, ma ai tempi in cui Beppe imparò il mestiere di soccorritore la situazione era differente. E lui approfondi l’argomento anche con corsi fatti in Oriente sulle tecniche avanzate di bendaggio. Alla sua esperienza, inoltre, Beppe affiancava la capacità di sdrammatizzare ogni situazione, anche quelle più tese. Le sue barzellette facevano sempre ridere, anche solo per il modo che aveva di raccontarle. Col passare degli anni, ha diradato le sue uscite in ambulanza, ma ha sempre fatto parte integrante della Croce Verde perché accoglieva i primi ingressi e dava tutte le informazioni necessarie, rimanendo fondamentale sia sul piano tecnico, sia su quello umano. Per lui, il soccorritore non doveva guardare al paziente, ma alla persona, e ciò che si effettuava era non un intervento, ma un servizio. Questa è l'eredità che Beppe, il «nonu» della Croce Verde, lascia dietro di sé.