Necrologio di MARIO ROSCIO


In Memoria di
MARIO ROSCIO
Età 88
Corriere della Sera
Mario è stato un uomo volitivo, un padre dolce e amorevole per i suoi figli Alessandra, Andrea e Anna, un nonno fiero del suo Alberto.

Articolo "Corriere della Sera" del 18/09/2024

L'avventura di Mario davanti al tecnigrafo dove creò un gruppo e poi grandi progetti

Mario Roscio era nato a Cavour 88 anni fa. Figlio di un orologiaio, quando ha dovuto scegliere la sua strada aveva preferito lasciare l'attività di famiglia al fratello e inseguire - in pieno boom economico - quelli che erano i suoi sogni. Lui voleva legare la sua vita al disegno tecnico, alla progettazione. E in quegli anni i giovani avevano l'opportunità di essere formati alla Scuola Fiat, un centro di eccellenza che accompagnava i ragazzi a un lavoro specializzato. A 16 anni, Mario cominciò il suo percorso come disegnatore meccanico, in un mondo in cui si lavorava ovviamente a mano, sempre in piedi davanti al tecnigrafo, con matita, compasso e righello. Il suo cammino continuò alla Comau, dove si specializzò come disegnatore di macchine utensili, fino a diventare dirigente dell'azienda. Negli anni Ottanta nacque un progetto importante e lui guidava un gruppo di giovani tecnici. Iniziarono a progettare le prime linee automatiche (le cosiddette «trasferte») per la lavorazione dei componenti meccanici per auto come i basamenti motore, le teste dei cilindri, i cambi. Una progettazione tradizionale, ancora con l'uso dei disegni al tecnigrafo, ma l'ingegno di quegli uomini portò alla realizzazione del primo robot Comau, il Polar, un automa a comando idraulico, che sarebbe poi stato installato nelle linee di produzione delle case automobilistiche di tutto il mondo, dalla Svezia, alla Russia, all'America. Una realizzazione futuristica: lui e i ragazzi del suo team, furono in qualche modo i pionieri della robotica italiana, dell'avvio dell'era tecnologica su larga scala che oggi è arrivata fino all'intelligenza artificiale. Tanti furono i viaggi di lavoro, che gli hanno consentito di vedere il mondo. Ma quel tecnigrafo, con cui ha iniziato e davanti al quale ha passato tante giornate intere, in ufficio e a casa, gli ha consentito di dare un futuro sereno alla sua famiglia, alla moglie Vanda, conosciuta sulle piste da sci, e ai figli. Mario è stato un uomo volitivo, un padre dolce e amorevole per i suoi figli Alessandra, Andrea e Anna, un nonno fiero del suo Alberto.

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