Necrologio di DON GIO BATTISTA ODERDA


In Memoria di
DON GIO BATTISTA ODERDA
Corriere della Sera
Riposerà nel cimitero di Cavallermaggiore, portando con sé l'affetto e la riconoscenza di chi lo ha conosciuto e amato.

Articolo "Corriere della Sera" del 25/09/2024

Don Gianni Battista Oderda, il sacerdote operaio che difendeva sempre gli ultimi

Sacerdote, operaio, sindacalista. Don Gio Battista Oderda è stato tante «cose» e il filo conduttore della sua vita è stato la difesa degli ultimi. Quando indossava l'abito talare e quando passava con disinvoltura alla «tuta blu». Don Gianni, come lo chiamavano tutti, è venuto a mancare nei giorni scorsi all'ospedale Mauriziano, lasciando un'eredità importante, fatta di umiltà, lavoro e impegno per la giustizia sociale. Nato a Sommariva del Bosco il 22 settembre 1945, venne ordinato sacerdote nel 1972 e per 30 anni è stato collaboratore in diverse parrocchie: Gesù Maestro a Beinasco, San Francesco d’Assisi a Grugliasco e la Pentecose a Torino. Negli anni Settanta, don Gianni decise di entrare in fabbrica: prima alla Indesit e poi alla Fiat Avio di Rivalta, dove lavorò come manutentore e successivamente come magazziniere. Condivise le fatiche quotidiane degli operai e si dedicò al sindacato, diventando nel 1981 delegato della Fiom. In un'epoca in cui i diritti dei lavoratori erano spesso messi in discussione e le tensioni sociali erano molto «alte», don Gianni si distinse per il suo approccio pacifico e costruttivo. Non rivelò mai la sua vocazione sacerdotale ai compagni di lotta e la sua vita tra gli operai lo arricchì spiritualmente, permettendogli di incrementare il suo impegno pastorale tra la gente comune, rimanendo sempre vicino a chi era in difficoltà. Dopo 27 anni di lavoro in fabbrica, don Gianni si era guadagnato il rispetto di tutti, sia come lavoratore sia come difensore dei diritti degli operai. E nel 2007, durante il referendum sul welfare alla Fiat Avio, incontrò Romano Prodi, all'epoca presidente del Consiglio. L'ultimo saluto a don Gianni si è tenuto nella parrocchia della Pentecoste, a Torino, dove l'arcivescovo, Monsignor Roberto Repole, ha presieduto una commossa celebrazione. Riposerà nel cimitero di Cavallermaggiore, portando con sé l'affetto e la riconoscenza di chi lo ha conosciuto e amato.

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