Lascia anche il figlio Nicola con Paola Bava e il fratello Remy.
Articolo "Corriere della Sera" del 22/10/2024
Giorgio Rochat, studioso di storia militare.Condannò il colonialismo e i revisionismi. Giorgio Rochat sarà sempre ricordato come uno dei principali storici militari italiani. Se n'è andato a 88 anni l'ex docente di Storia contemporanea a Torino (ma anche in altri atenei del Paese, a Milano e Ferrara) nonché presidente della Società di studi valdesi. È stato anche presidente e vicepresidente del Centro interuniversitario di studi e ricerche storico-militari. Nato a Pavia, dove si laureò in Lettere sotto la guida dell'insigne storico Piero Pieri, viveva a Torre Pellice con la moglie Donatella Gay, anche lei insegnante e scrittrice. Giorgio era un vero cultore della materia riguardante la storia delle guerre italiane. I testi da lui redatti rappresentano un punto di riferimento per gli studiosi. Tra di essi anche «Breve storia dell'esercito italiano dal 1861 al 1943» (con G. Massobrio, Einaudi, 1978) e «La Grande Guerra, 1914-1918» (con M. Isnenghi, ultima ed. Il Mulino, 2008). Uno dei periodi storici che il professor Rochat ha sempre mantenuto al centro delle sue ricerche è stato quello del colonialismo italiano: è stato fra i primi e più autorevoli studiosi ad affrontarlo, mettendone in luce opacità e violenze. Inoltre, vanno ríevocate le sue impietose disamine dei vari «revisionismi» che tendevano a ridimensionare i crimini del nazifascismo, tema da lui sviscerato anche tramite lo studio di alcuni personaggi come il gerarca fascista Italo Balbo. In una biografia approfondì anche le sue supposte responsabilità nell'omicidio di don Giovanni Minzoni. Giorgio è stato un punto di riferimento anche per il mondo evangelico. In questo campo, la sua opera più nota è stata l'antologia «L'antimilitarismo oggi» che l'editrice Claudiana pubblicò nel 1973 alcuni mesi dopo l'approvazione della legge che ammetteva l'obiezione di coscienza al servizio militare armato. Il professore, inoltre, non mancava mai di condividere le sue sterminate competenze e conoscenze, fornendo consulenze e partecipando a eventi della Federazione giovanile evangelica. Lascia anche il figlio Nicola con Paola Bava e il fratello Remy.