Necrologio di ALBERTO MERLATI


In Memoria di
ALBERTO MERLATI
04 lug, 1943  
Corriere della Sera
Nel suo locale di Milano sui Navigli aveva ospitato tanti ex campioni.

Articolo "Corriere della Sera" del 14/12/2024

I tiri liberi a due mani e lo scudetto a Cantù «Babbo Natale» Merlati, il pivot del basket.

Era nato a Cuneo il 4 luglio 1943, è morto giovedì a 81 anni dopo una vita davvero intensa, piena di creatività
e di azioni in controtendenza. Ad esempio la sua bontà, per niente minata dagli innumerevoli colpi bassi (leggi fratture varie) subiti nel corso della sua faticosa carriera da pivot. Alberto Merlati è stato un giocatore di basket tra gli anni '60 e '70, si dice che sia stato l'ultimo a tirare i liberi — allora chiamati «personali» — a due mani, spingendo a canestro il pallone tenuto tra le gambe dal basso in alto, testimoniando quindi il passaggio tra un'epoca e l'altra. Più tardi avrebbe spiegato che in quel modo però non sbagliava mai, che aveva studiato la dinamica di quel tiro brutto ma efficace anche al Politecnico e per la sua stazza (204 centimetri) era più efficace così. Era chiamato Babbo Natale, un po' per i suoi capelli bianchi e soprattutto per la generosità che lo aveva spinto nel 1984 a fondare La Fabbrica, una multinazionale della bontà con sedi ovunque, da Torino a Buenos Aires che con il coinvolgimento di aziende importanti ha permesso a tanti ragazzi in situazioni difficili nel mondo, di studiare. Proprio a Torino aveva concluso la sua carriera di giocatore, dopo le tappe a Cantù (con scudetto), Varese, Venezia e infine alla Saclà Asti che poi era confluita proprio nell'Auxilium. È rimasto fino all'ultimo nell'ambiente come vicepresidente di Liba, di cui era stato uno dei fondatori, un'associazione nata tra ex stelle del basket impegnate per la comunità, diffondendo cultura e valori dello sport, creando occasioni di impegno sociale, svago e diffusione della pratica della pallacanestro: con lui anche l'amico torinese ed ex compagno gialloblù Charlie Caglieris. La famiglia di Alberto aveva origini nobili e una casa a Belvedere Langhe, dove l'ex campione di basket tornava ogni 15 agosto per riunirsi con i parenti nella cappella dell'Assunta che suo nonno aveva donato al paese. Era stato sposato con la figlia della celebre scrittrice Gina Lagorio e per genero aveva avuto l'editore Livio Garzanti. Nel suo locale di Milano sui Navigli aveva ospitato tanti ex campioni.

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