Con i giovanissimi allievi della sua palestra si comportava da secondo padre, insegnando loro preziosi concetti morali in accompagnamento alle nozioni tecniche del karate. Anche per questo non sarà mai dimenticato.
Articolo "Corriere della Sera" del 16/01/2025
Domenico, maestro non solo di karate.Insegnava le regole attraverso lo sport. Il maestro Domenico Garone se n'è andato all'età di 75 anni. Lo ha colto un infarto mentre si trovava su un pullman. È stato uno dei più stimati insegnanti di arti marziali a Torino grazie al lavoro svolto nella sua palestra, la Okinawa, situata in corso Maroncelli. Originario di Salerno, Domenico si era trasferito con la famiglia nel Torinese quando era bambino. Il primo impatto con il suo sport, il karate, è stato nel 1966, alla palestra «Samurai», gestita dallo storico maestro giapponese Miura a Nichelino. Da quel luogo sono usciti numerosi grandi maestri. Tra i quali c'era appunto Domenico, che ha fatto del karate una passione trasformata in un lavoro. Tra il 1982 e il 1983 ha avviato a sua volta una palestra, che ha battezzato Okinawa, ed è sempre stata un affare di famiglia: ci lavorano anche la moglie Damiana, tuttora presidente, e poi anche i figli, Michele e Sandro, nel ruolo di maestri. Si tratta di un luogo di sport che oggi è incentrato soprattutto sull'insegnamento delle arti marziali ai bambini, ma che in passato ha rappresentato il fiore all'occhiello del Piemonte a livello di formazione di agonisti. Tra gli atleti più rinomati usciti dall'Okinawa c'è anche l'ottavo don Domenico Caprioli, uno dei massimi esponenti di questa arte marziale del panorama nazionale. Domenico non ha mai fatto attività agonistica di altissimo livello e si è sempre dedicato all'organizzazione dell'attività, da abile stratega quale era. Negli anni Novanta ha anche varato una sua federazione di karate, la Aiek, insieme ad alcuni collaboratori. Un'avventura che gli ha permesso di organizzare gare in tutta Europa, anche grazie al prezioso aiuto di Gianni Michielon, grande amico che lo ha aiutato nel ruolo di responsabile degli arbitri. Domenico aveva un carattere amichevole, aiutava gli altri volentieri e senza chiedere nulla in cambio. Con i giovanissimi allievi della sua palestra si comportava da secondo padre, insegnando loro preziosi concetti morali in accompagnamento alle nozioni tecniche del karate. Anche per questo non sarà mai dimenticato.