Necrologio di EMILIO DIAMANTE


In Memoria di
EMILIO DIAMANTE
Età 92
Corriere della Sera
Oltre ai sei amatissimi pronipoti: Brando, Cloe, Anna, Adele, Matilde e Samuele.

Articolo "Corriere della Sera" del 07/05/2025

La famiglia, l’azienda e il tifo per la Juve I punti fermi della vita di Emilio Diamante

«Quando la Juve perdeva, era meglio non parlargli». I familiari lo ripetevano spesso e l’espressione dice molto di Emilio Diamante: carattere deciso, affetto autentico e massimo coinvolgimento in tutte le cose che faceva o lo appassionavano. Nato a Nizza Monferrato nel 1933, era arrivato a Torino giovanissimo e, a 19 anni, era entrato alla Stipel come saldatore meccanico. È lì che ha conosciuto Mariuccia, con cui ha costruito una famiglia unita e numerosa. E sempre in fabbrica ha incontrato Nino De Finis, prima collega e poi socio in affari. Insieme, nel 1975, hanno fondato la Palmar, attività di pulizie nata dal nulla e cresciuta passo dopo passo, fino a superare i duemila dipendenti nel primo decennio del nuovo millennio. Oggi l’impresa è nelle mani della seconda e terza generazione e festeggia mezzo secolo di storia. C’è un altro legame che ha inciso profondamente: quello con Don Aldo Rabino, già cappellano del Torino Calcio. Due fedi calcistiche opposte, un’amicizia salda. Insieme hanno promosso attività benefiche attraverso l’associazione «Oasi Operazione Mato Grosso». A fianco all’impegno nel sociale, il calcio restava una cosa seria perché le partite della Juventus erano veri «eventi» e le sconfitte lasciavano un segno profondo nel suo umore. Si andava più sul sicuro a tavola: le cene natalizie, con gli agnolotti preparati tutti insieme e una tavolata da oltre 25 persone, erano diventate una tradizione. La bocciofila di Borgaretto era il «suo posto» ed Emilio ne ha guidato il rilancio con impegno e attenzione, contribuendo all’organizzazione di eventi e tornei, come quelli dedicati all’amico Nino. Lunedì scorso nella parrocchia di Maria Madre della Chiesa erano presenti amici, ex colleghi, collaboratori. Un abbraccio collettivo a una persona che ha saputo costruire, con concretezza e valori autentici, un’eredità umana e lavorativa. Lo ricordano con affetto i figli Laura e Massimo, i nipoti Elisa, Umberto Elena, Emanuele e Francesca. Oltre ai sei amatissimi pronipoti: Brando, Cloe, Anna, Adele, Matilde e Samuele.

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