Necrologio di AUGUSTO ROMANO


In Memoria di
AUGUSTO ROMANO
Età 91
Corriere della Sera
Negli ultimi tempi si era trasferito a Cogne, dove ha deciso di concludere la sua parabola di vita e lavoro.

Articolo "Corriere della Sera" del 26/07/2025

Romano, autore e psicoanalista junghiano ha coniugato l’esperienza clinica e la teoria

Augusto Romano è stato uno dei protagonisti della psicologia analitica in Italia. Classe 1934, ha rappresentato una figura preminente nel campo della sua scienza. Autore e docente di ispirazione junghiana, ha portato nel cuore della cultura piemontese il pensiero del luminare svizzero. Ma nel corso della sua carriera ha saputo anche discostarsene, mettendo al centro una profonda riflessione teorica e aggiungendo sfumature personali al suo operato che si è diviso tra attività clinica e insegnamento. «Torino ha una faccia che s’intona a Jung: mi riferisco al suo volto bizzarro, barocco, duplice e irrisolto — disse il professor Romano in un’intervista —. Ma per certi versi è una città anche freudiana, per il suo aspetto razionalista, illuminista e geometrico». Augusto Romano aveva origini baresi e arrivò a Torino in giovane età. Formatosi con passione e dedizione, è stato autore di numerosi saggi tra cui La dinamica dell’inconscio e Il gesto di Giacobbe. Nella sua carriera ha saputo coniugare esperienza clinica, pensiero simbolico e tensione etica. Non sono stati pochi gli analisti che a lui si sono ispirati. «Nel bagaglio del paziente c’è una verità oggettiva. Smascherarla equivale a farlo guarire» ripeteva spesso. Romano è stato tra i fondatori dell’Arpa, l’Associazione di Psicologia Analitica, affiliata alla International Association for Analytical Psychology, costituita a Torino nel 1998 e poi diffusasi in altre città italiane. Ma nel suo percorso ha fatto parte anche di altre società di psicanalisti. «Chi ha avuto il privilegio di conoscerlo o di essere stato suo allievo — recita la nota diffusa dall’Associazione Italiana Psicologia Analitica — ne ricorda la finezza intellettuale, l’acume critico, la delicatezza relazionale e quella sottile ironia che rendeva ogni incontro un momento di pensiero vivo e dialogico». Uomo intelligente e sensibile, amava la musica e suonava il violoncello. Negli ultimi tempi si era trasferito a Cogne, dove ha deciso di concludere la sua parabola di vita e lavoro.

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