ALBERTO VITALONI

Articolo "Corriere della Sera" del 09/08/2025

Vitaloni, lo sguardo dell’imprenditore dagli specchietti retrovisori agli occhiali

Si è spento Alberto Vitaloni, nato nel 1942 imprenditore illuminato, dotato di determinazione e coraggio. Figlio unico di genitori che lo adoravano, ha vissuto a pieno i ruggenti anni Sessanta, completando la formazione tecnico-meccanica che l’ha portato a entrare nell’impresa di famiglia fondata dal padre Giovanni nel 1929. Il fulcro era la produzione di componenti elettromeccanici per l’automotive. Proprio Alberto sviluppa e integra in quei primi anni, giovanissimo, l’attività esistente fino a portarla a livelli industriali su scala internazionale, impegnandosi in battaglie per la sicurezza stradale che porteranno nel 1976 alla legge per l’obbligatorietà degli specchi retrovisori. Il boom della «Vitaloni» è trainato proprio dalla produzione di retrovisori, negli stabilimenti di Rivalta e Orbassano. Li disegnava lui stesso, partendo dalla funzione protettiva a cui devono assolvere, e completandoli nel design con un senso estetico d’avanguardia. Alla fine degli anni Ottanta la Magneti Marelli, parte del gruppo Fiat, acquisirà l’azienda per integrarla nella propria filiera produttiva. È quello il momento in cui Alberto si lancia nel mondo delle occhialerie e dell’orologeria, creando il marchio Derapage, Il termine è il trait d’union tra la vecchia e nuova attività: infatti ricorda il modo audace di affrontare una curva nelle corse automobilistiche, senza mai perdere il controllo del mezzo. Cambia lo sguardo, ma resta lo spirito visionario, da guardare dietro con gli specchi, a guardare avanti, con gli occhiali. Nel 1990 al marchio Derapage si aggiunge Vanni, in onore del capostipite Giovanni. Colpito nel 2002 da un tremendo incidente d’auto che ne ha pregiudicato la vita lavorativa attiva, Alberto Vitaloni ha continuato a seguire le vicende dell’azienda sostenendo suo figlio Giovanni. Oggi Vanni è un marchio con produzione 100% made in Italy diventato anche società benefit, nel segno di ciò che ha sempre desiderato Alberto, che è stato salutato per l’ultima volta nel funerale celebrato presso la chiesa di Sant’Agnese in corso Moncalieri.