Fausto lascia la moglie Gabriella e i figli Marco e Irene, secondo i quali egli ha vissuto una vita «ricca di affetti, musica e montagne».
Articolo "Corriere della Sera" del 20/09/2025
Fausto Amodei, cantore civile e politico.Una vita tra musica e impegno. «Fausto Amodei fu per molti anni tra i principali protagonisti di quella stagione artistica che vide diffondersi in Italia una canzone d’autore caratterizzata un profondo impegno politico e sociale» . Con queste parole Maria Grazia Grippo, presidente del Consiglio Comunale di Torino, ha voluto omaggiare la figura dell’ex deputato e cantautore torinese, mancato a 91 anni: nel 2024 gli era stata conferita la Benemerenza Civica. L’ultimo saluto oggi alle 10.30 al Cimitero Monumentale. Fausto è stato un artista che ha utilizzato la canzone come strumento di comunicazione politica. La musica è stata la sua primissima passione: già da ragazzino suonava fisarmonica, pianoforte e chitarra. Dopo la laurea in Architettura al Politecnico di Torino, iniziò a militare nel movimento laico di sinistra «Unità Popolare» di Ferruccio Parri. La sua carriera politica ha avuto una rapida ascesa, se si considera che nel 1968 è stato eletto Deputato della Repubblica del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria. A quel tempo, Fausto era già un cantautore affermato. Risale al 1958, infatti, la fondazione dei «Cantacronache», gruppo al quale collaborarono intellettuali come Italo Calvino e Umberto Eco. L’obiettivo era quello di creare canzoni che parlassero di politica e attualità: il mondo della musica, a quei tempi, era spesso legato a melodie facili e testi d’amore, ma per Amodei era necessario trattare i temi di un periodo molto movimentato come quello degli anni Sessanta e Settanta. Sono nati così pezzi come «Per i morti di Reggio Emilia», la sua opera musicale più famosa, dedicata ai cinque civili uccisi dalla polizia nel 1960 durante le proteste contro il governo di Ferdinando Tambroni. Le canzoni di Fausto erano schierate politicamente e caratterizzate da uno stile ironico, con un arpeggio di chitarra che ricordava il suo amato George Brassens, cantautore francese che ispirò anche Fabrizio De Andrè. Fausto lascia la moglie Gabriella e i figli Marco e Irene, secondo i quali egli ha vissuto una vita «ricca di affetti, musica e montagne».