Lui si è sempre dichiarato innocente, e la vicenda non incide sul giudizio relativo alle capacità di un professionista che ha contribuito a rendere la Reggia di Venaria una delle mete culturali più importanti del Piemonte.
Articolo "Corriere della Sera" del 21/10/2025
Francesco Pernice tra Venaria Reale e la protezione del patrimonio artisticoIl nome di Francesco Pernice, 73 anni, rimarrà per sempre legato al patrimonio monumentale piemontese. Per oltre vent’anni è stato direttore della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio del Piemonte, acquisendo la qualifica di soprintendente dal 2002 al 2009. Durante la sua gestione ha guidato alcuni dei cantieri di restauro più importanti della regione. Dal 2009 è stato direttore del Patrimonio Architettonico e tecnico del Consorzio La Venaria Reale. Un’avventura che lo ha visto in prima linea nel progetto di trasformazione della Reggia in un complesso museale e turistico di respiro internazionale, dopo svariati decenni di degrado. L’ingegnere ha saputo sfruttare le sue capacità organizzative dimostrando di gestire cantieri monumentali complessi. La sua curiosità intellettuale lo ha portato a indagare e approfondire ogni aspetto del restauro, dalla statica alla sicurezza, dagli impianti all’accessibilità. Fece confluire il suo sapere anche in un’attività editoriale che lo ha visto realizzare oltre 250 pubblicazioni e saggi su restauro di opere d’arte, sicurezza museale e abbattimento delle barriere architettoniche. Una mole di sapere frutto di una lunga attività professionale che Francesco, nato a Livorno nel novembre 1951, ha iniziato nel 1979, quando ha assunto la direzione dell’Ufficio Lavori presso la Manifattura Tabacchi. L’ingegnere nel suo campo era all’avanguardia, e sin dagli anni Novanta favorì lo sviluppo della ricerca scientifica e sperimentale finalizzata alla produzione di nuovi materiali e tecnologie da applicarsi al restauro. Negli ultimi anni di attività al Consorzio La Venaria Reale, Pernice è stato costretto ad affrontare una spinosa inchiesta giudiziaria che lo ha visto accettare un patteggiamento a un anno e undici mesi per corruzione, abuso d’ufficio e falso in atti pubblici. Lui si è sempre dichiarato innocente, e la vicenda non incide sul giudizio relativo alle capacità di un professionista che ha contribuito a rendere la Reggia di Venaria una delle mete culturali più importanti del Piemonte.

