Se n’è andato via troppo presto: chi gli ha voluto bene sta ora facendo capire ai familiari quanto l’affetto fosse ricambiato.
Articolo "Corriere della Sera" del 28/11/2025
La pausa caffè in compagnia di Diego diventava un momento di condivisioneUn barista, spesso, diventa un amico. Una persona che raccoglie confessioni, smorza malumori, condivide momenti fatti di sorrisi. Era questo Diego Portolecchia, 43 anni, un volto che dietro al bancone teneva compagnia a tanti abitanti di zona Cit Turin e non solo. Era un uomo stimato e apprezzato, sia dal punto di vista umano, sia da quello professionale. Il suo regno era il «Caffè d’Acaja», gestito da Diego e dal socio Massimo Luciano. I due si erano conosciuti in esperienze lavorative precedenti — entrambi hanno lavorato al Mangia & Bevi in via Veronese —, poi hanno deciso di mettersi in proprio, prendendo le redini del locale di via Principi d’Acaja. Diego si esponeva in prima persona per promuovere il bar, anche e soprattutto sui social. E raccontava spesso di quella volta che il food blogger Franchino Er Criminale aveva esaltato i suoi tramezzini, definendoli i migliori di Torino. Di certo l’attività girava bene, i clienti erano soddisfatti e tornavano spesso, sia per la qualità del servizio offerto, sia per la cortesia e la simpatia di chi ci lavorava. «Una tua risata mi cambiava la giornata», racconta una donna in un post su Facebook. Sono tanti coloro che sono increduli davanti alla notizia che il destino si sia portato via una persona piena di vita come Diego, uno dal carattere esuberante ed estroverso. L’atmosfera che lui ha saputo creare al Caffè d’Acaja era certamente tra i punti di forza di quel luogo. Chi lo ha frequentato ricorda Diego come una persona capace di mettere chiunque a proprio agio e di ricordarsi facce e nomi dopo il primo incontro, qualità non certo scontata per un barista abituato a incontrare tantissime persone ogni giorno. E così, la pausa caffè vissuta in compagnia di Diego diventava un momento di condivisione. Lui raccontava di quanti sacrifici faceva per mandare avanti la sua attività, ma anche di quanto gli facesse piacere ricevere attestati di stima e di fiducia dai clienti. Se n’è andato via troppo presto: chi gli ha voluto bene sta ora facendo capire ai familiari quanto l’affetto fosse ricambiato.

